H
Sullo sfondo di una guerra su scala planetaria, una ragazza è impegnata nella ricerca del Sig. H., compagno di università scomparso misteriosamente, figura impalpabile; si trova di colpo coinvolta in manovre di tipo spionistico. Dopo una rocambolesca fuga, resta in vita grazie all’intervento di un gruppo di uomini di cui ignora la conoscenza, e scopre di avere la protezione del governo senza avere la benché minima cognizione del perché, lei ragazza di umili origini, e che fino a quel momento aveva condotto una vita tranquilla.
Accudita in maniera amorevole dai suoi ‘custodi’, verranno fuori le sue paure, le sue speranze, i disagi di una vita sbandata, e la figura del padre, che aveva abbandonato lei e la madre in balia di una vita di stenti sin da quando era bambina.
‘Scommessa’ e ‘Sapore’
‘La scommessa’ e, più avanti, ‘Il sapore del cioccolato’ sono due racconti brevi. In provincia, la vita ha colori molto più vivaci, paradossali e violenti rispetto a quella in città. In provincia piccoli gesti posso avere portata imperitura e profonda. Ho messo in luce alcune situazioni a tinte forti, sconcertanti, tipiche di certa mentalità. Di questo parlano questi due racconti. Stando così le cose, i racconti sulla vita di provincia possono non avere mai fine. Questi due gemelli hanno breve durata ma spero lunga eco.
‘Teresa e le sue vie’
Teresa è una transgender. Fa la prostituta e batte il lungomare di Palermo. Come le sue colleghe è vittima di pregiudizi ma a dispetto di esse non cerca il riconoscimento altrui. Mentre le sue amiche soffrono le contraddizioni della propria esistenza, Teresa già riconosce a sé stessa la propria identità e la propria dignità.
‘Una volta, nel bosco’
Cosa sono le favole, le fiabe, i racconti di magia? Negli anni '20, Vladimir Propp dette - elegantemente, fascinosamente - una risposta: sono riti di iniziazione.
Il topos classico del genere, il limitare presso un bosco - il bosco di Hansel e Gretel, di Cappuccetto Rosso etc per intenderci - non è nient'altro che il rito di passaggio tanto caro ad Arnold Van Gennepp, il rito della crescita, del passaggio dall'età puberale all'età adulta. Sono retaggi delle forme di organizzazioni sociali ancestrali. La fantasia popolare, le trasformazioni linguistiche, il decadere di certe forme religiose a favore di altre hanno col tempo limato questi retaggi, privandoli della zavorra rituale mitico-religiosa sino a renderci una tecnica letteraria, coi suoi personaggi, i suoi attori, i suoi luoghi e le sue splendide narrazioni.
Uomo
Eccetto per il fatto di esserci, in questo racconto il protagonista non fa assolutamente nulla. È fermo, non parla, non interagisce con gli altri personaggi e proprio per questo desta in essi perplessità, e nel tentativo di appioppargli a tutti i costi un’identità finiranno per travolgere lui e sé stessi. Con questo racconto ho inteso mediare una sintesi di queste narrazioni, rivisitando i topoi del genere: il bosco incantato, la fanciulla-strega-fata, lo strumento musicale che suona da solo, la presenza di una creatura paurosa. Ne è venuta fuori una fiaba che da un certo punto in poi ha preso vita muovendosi quasi da sola, sconfinando nella storia di un uomo che fa i conti col proprio passato e l'amore, in cui il limite tra realtà e sogno non è mai del tutto definito. Ciò è, in fin dei conti, il leit-motiv di questa storia.