Figlio
maggiore di una madre vedova, si vedrà costretto, per la prima volta nella sua
vita, ad allontanarsi dalla famiglia e dalla sua città. Sarà assegnato a Mestre,
e qui, infervorato dall’amor patrio, si offrirà volontario per l’assegnazione
ad una nuova unità d’elite: l’80^ Divisione Aviotrasportata “La Spezia”. Da Mestre verrà
trasferito a Forte dei Marmi e qui assegnato, sempre da volontario, al 3°
Battaglione “Arditi” del 125° Reggimento.
Inizierà qui il duro addestramento che si concluderà in Puglia.
Successivamente (nel mese di ottobre) sbarcheranno a Tripoli.
Questi giovani si accorgeranno che il propedeutico addestramento all’aviosbarco sarà stato vano: la divisione verrà impiegata come una normale divisione di fanteria e scaraventata nel deserto della Cirenaica, a Marsa El Brega, con il compito di proteggere le unità italo-tedesche in ritirata da El Alamein. Ben presto si renderanno conto di cosa sia la guerra: la gloria che tutti sognano sarà condita di lacrime, sofferenze, privazioni e soprattutto orrore. Ma “La Patria lo chiede”…”Il Re e la Bandiera” lo chiedono; così quei ragazzi si ritroveranno ad essere degli eroi senza saperlo. Eroi che puzzano. Eroi infestati dai pidocchi. Eroi che bevono urina e nelle cui tasche pesano come macigni le piastrine raccolte ai caduti. Innumerevoli caduti da seppellire e dimenticare. O meglio…da ricordare solamente con una breve preghiera.
Giuseppe diventerà presto caporal maggiore e comanderà una squadra di cinque uomini: Capizzi (il mitragliere marsalese, che diventerà il suo miglior amico); Salvatore (palermitano anche lui); Pasquale (il napoletano”che non vuole morire”); il “ferrarese” ed il “comasco”. Saranno la sua “famiglia” per tutta la durata della guerra ed ognuno la vivrà in modo differente. Ma la famiglia, quella vera, si avrà il tempo di ricordarla con una fugace lettera che non si sa mai se arriverà a destinazione.
E la morte, che regna sovrana, si divertirà in molte occasioni a far sentire loro il suo gelido alitare. Pur in quel contesto tragico l’animo umano si manifesterà prepotente, con i suoi vizi e le sue virtù: paura, rabbia, invidia, coraggio, disperazione, pietà, rispetto, amicizia…Ma cosa si può pretendere da quei ragazzi “del deserto”? Già… il deserto, padrone assoluto di quei luoghi, con il suo sole cocente, il ghibli, le mosche…ma anche con le sue albe affascinanti ed i suoi tramonti struggenti. Ed in quel deserto tutti faranno la loro parte…sino alla fine.